Affitti, “lei non ha il CIR, ci stanno mandando dalla Regione a sanzionare” | Se non hai il nuovo codice ti impalano

Affitto (Pixabay) CataniaOggi

Novità importanti per chi affitta appartamenti e non solo. Nuovi controlli, se non sei in regola con la documentazione sanzione pesantissima. 

Trovare una casa in affitto, specialmente nelle grandi città italiane, è diventato un’impresa sempre più ardua. L’aumento esponenziale dei prezzi degli affitti negli ultimi anni ha reso difficile per molti, soprattutto giovani e lavoratori precari, trovare un alloggio adeguato alle proprie esigenze.

Nelle città come Milano, Roma e Firenze, i canoni di locazione hanno raggiunto cifre proibitive. Un bilocale in zone semicentrali può costare facilmente tra i 1.000 e i 1.500 euro al mese, cifre insostenibili per chi ha un reddito medio-basso. A ciò si aggiunge la difficoltà di trovare alloggi disponibili, a causa della forte domanda e della preferenza dei proprietari per gli affitti brevi turistici.

La situazione è particolarmente critica per gli studenti universitari e i lavoratori fuori sede, che spesso si trovano a dover condividere appartamenti con più persone per poter sostenere i costi dell’affitto. La mancanza di alloggi a prezzi accessibili sta spingendo molti a rinunciare a trasferirsi nelle grandi città, con conseguenze negative per l’economia e la vitalità dei centri urbani.

Il governo ha introdotto alcune misure per contrastare il caro affitti, come il bonus affitti per i giovani e la cedolare secca per i proprietari. Tuttavia, queste misure non sembrano essere sufficienti a risolvere il problema. È necessario un intervento più incisivo, che preveda la costruzione di nuovi alloggi popolari e l’incentivazione degli affitti a lungo termine.

Il fenomeno degli affitti brevi

Gli affitti brevi, ovvero contratti di locazione di durata inferiore ai 30 giorni, sono diventati una forma di reddito sempre più diffusa per i proprietari di immobili. La loro popolarità è dovuta alla possibilità di ottenere guadagni più elevati rispetto agli affitti tradizionali a lungo termine, sfruttando la domanda di alloggi temporanei da parte di turisti, lavoratori in trasferta e studenti.

La diffusione delle piattaforme online di prenotazione, come Airbnb e Booking, ha semplificato notevolmente la gestione degli affitti brevi, rendendoli accessibili anche a chi non ha esperienza nel settore immobiliare. I proprietari possono pubblicare annunci, gestire le prenotazioni e comunicare con gli ospiti in modo semplice e veloce, senza dover ricorrere a intermediari. Inoltre, la possibilità di applicare tariffe flessibili in base alla stagionalità e alla domanda permette di massimizzare i guadagni.

Soldi (Pixabay) CataniaOggi

Mettersi in regola per evitare sanzioni

Negli ultimi anni, il settore degli affitti brevi ha subito una trasformazione normativa significativa con l’introduzione dei codici CIR (Codice Identificativo Regionale) e CIN (Codice Identificativo Nazionale). Questi codici, obbligatori per chi gestisce strutture ricettive e immobili destinati a locazioni brevi, mirano a garantire maggiore trasparenza e tracciabilità nel settore turistico. Il CIR, rilasciato a livello regionale, certifica la registrazione della struttura presso le autorità locali, mentre il CIN, ottenibile dopo il CIR, è un codice univoco nazionale.

Per ottenere questi codici e regolarizzare la propria posizione, è necessario presentare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) tramite SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive), la piattaforma che gestisce le pratiche per le attività produttive.