Agenzia delle entrate: cannonate da 30.000€ a chi preleva senza avvisare l’ufficio imposte | Vai sottozero

Agenzia delle Entrate (Focus) CataniaOggi

L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza possono effettuare dei controlli per evitare l’autoriciclaggio. 

L’Agenzia delle Entrate è un’istituzione pubblica con il compito cruciale di gestire il sistema tributario del paese. Agisce come braccio operativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, occupandosi della riscossione dei tributi, della verifica degli adempimenti fiscali e della lotta all’evasione. È l’ente responsabile di garantire che i cittadini e le imprese contribuiscano attraverso il pagamento di imposte, tasse e contributi.

Tra i suoi compiti principali rientrano l’emanazione di circolari e risoluzioni interpretative della normativa fiscale, la gestione delle dichiarazioni dei redditi e degli altri adempimenti fiscali, l’effettuazione di controlli e accertamenti per verificare la correttezza delle operazioni dichiarate, e la gestione del contenzioso tributario.

Per svolgere efficacemente le sue funzioni, l’Agenzia delle Entrate si avvale di diverse strutture territoriali dislocate su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo primario è assicurare un sistema fiscale equo ed efficiente, che permetta allo Stato di finanziare i servizi essenziali per la collettività.

Nell’ambito della sua attività di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali, l’Agenzia delle Entrate collabora strettamente con la Guardia di Finanza. Questa sinergia si concretizza attraverso lo scambio di informazioni, l’esecuzione congiunta di indagini e controlli, e la condivisione di competenze specifiche. La Guardia di Finanza fornisce il supporto operativo necessario per accertare violazioni di natura penale tributaria.

Cosa è l’autoriciclaggio

L’autoriciclaggio è un’attività che consiste nell’impiegare, sostituire, trasferire o compiere altre operazioni relative a beni, denaro o altre utilità provenienti da un delitto presupposto commesso dallo stesso soggetto che poi pone in essere l’azione di riciclaggio. In sostanza, chi ha commesso un reato utilizza i proventi illeciti per compiere ulteriori attività economiche o finanziarie, cercando di far perdere la tracciabilità dell’origine illecita dei fondi.

Questa condotta si distingue dal tradizionale riciclaggio perché l’autore del reato principale e l’autore dell’attività di riciclaggio coincidono. Attraverso l’autoriciclaggio, il soggetto cerca di beneficiare economicamente del reato precedentemente commesso, reinvestendo i guadagni illeciti in nuove attività o beni. Le modalità possono essere diverse, come l’acquisto di immobili, la creazione di società fittizie o l’effettuazione di operazioni finanziarie complesse.

Soldi (Pixabay) CataniaOggi

Sanzioni in caso di autoriciclaggio

Se la Guardia di Finanza dovesse accertare situazioni di autoriciclaggio, le sanzioni previste sono di natura penale. L’articolo 648-ter.1 del Codice Penale stabilisce la reclusione da due a otto anni e una multa da 5.000 a 25.000 euro per chi commette questo reato.

La pena può aumentare se il fatto è commesso nell’esercizio di un’attività professionale. È prevista una diminuzione della pena se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da un delitto per il quale è stabilita la pena della reclusione inferiore nel massimo 1 a cinque anni.