“Ho avvelenato i mie figli”: così gli ho rovinato la vita | Il Comune sapeva tutto ma non ha avvisato

Acqua rubinetto (cataniaoggi.it-pexels)

Acqua rubinetto (cataniaoggi.it-pexels)

Non sempre usare l’acqua del rubinetto di casa è una buona abitudine, a volte può contenere elementi nocivi alla salute

L’acqua del rubinetto in Italia è generalmente considerata sicura e potabile, grazie ai rigorosi controlli previsti dalla normativa vigente e ai costanti processi di purificazione effettuati dal Gestore del Servizio Idrico Integrato e dall’Azienda Sanitaria Locale (ASL). Questi enti garantiscono che l’acqua soddisfi i requisiti di qualità monitorando costantemente la filiera di approvvigionamento, dai punti di prelievo alle condutture domestiche. Questo sistema di controllo continuo assicura che l’acqua distribuita sia salubre e priva di contaminanti dannosi, permettendo ai cittadini di consumarla senza rischi per la salute.

Nonostante i numerosi controlli, in Italia persiste una diffusa diffidenza verso l’acqua del rubinetto, spesso alimentata da falsi miti e convinzioni errate. Tra le più comuni c’è la credenza che l’acqua ricca di calcare possa causare calcoli renali, un’idea smentita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che evidenzia, al contrario, gli effetti protettivi dell’acqua calcarea contro le malattie cardiovascolari. Un altro pregiudizio riguarda l’uso del cloro per la disinfezione dell’acqua potabile: sebbene il cloro possa influire sul sapore, le quantità presenti nei sistemi idrici sono minime e non hanno effetti nocivi sulla salute, rispettando i limiti imposti dalle autorità sanitarie.

Controllare la limpidezza dell’acqua, assicurarsi che non emani odori insoliti e mantenere puliti i filtri dei rubinetti sono buone pratiche che aiutano a preservare la qualità dell’acqua domestica. Inoltre, è possibile utilizzare caraffe filtranti o installare depuratori domestici per migliorare il gusto e ridurre eventuali residui indesiderati. Scegliere di bere acqua del rubinetto comporta numerosi vantaggi in termini economici e ambientali. Oltre a essere più economica rispetto all’acqua in bottiglia, permette di ridurre l’uso della plastica e l’impatto ambientale derivante dalla produzione, trasporto e smaltimento delle confezioni.

Esistono anche alcuni svantaggi legati a fattori soggettivi, come il gusto influenzato dalla presenza di cloro o la possibilità di contaminazione nelle abitazioni con tubature obsolete. In definitiva, la scelta tra acqua di rubinetto e acqua in bottiglia dipende dalle preferenze personali e dalle esigenze specifiche di ciascun individuo, ma è importante sapere che, dal punto di vista della sicurezza sanitaria, entrambe le opzioni sono adeguatamente controllate e sicure per il consumo umano. Ad esempio le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), che includono gli acidi perfluoroacrilici, si trovano ormai dappertutto: dalle pentole antiaderenti, a indumenti e scarpe impermeabili, fino ad alcuni imballaggi alimentari, pesticidi e acque del rubinetto.

Rischi per la salute e soluzioni pratiche

L’esposizione ai PFAS è stata collegata a vari problemi di salute, tra cui una minore risposta immunitaria ai vaccini, disfunzioni epatiche, ridotto peso alla nascita e un aumentato rischio di sviluppare alcune forme di cancro. Tuttavia, lo studio evidenzia anche soluzioni pratiche per ridurre l’assunzione di queste sostanze attraverso l’acqua potabile. Metodi semplici come bollire l’acqua o utilizzare filtri al carbone attivo possono ridurre i livelli di PFAS dal 50% al 90%. “Semplici pratiche domestiche possono fare la differenza”, afferma Stuart Harrad, ricercatore dell’Università di Birmingham, sottolineando l’importanza di diffondere la consapevolezza tra i consumatori sui rischi e sulle soluzioni.

L’analisi ha coinvolto 112 campioni di acqua in bottiglia e 41 campioni di acqua di rubinetto provenienti da Regno Unito e Cina. I risultati hanno mostrato che l’acqua del rubinetto cinese contiene livelli più elevati di PFAS rispetto a quella britannica, evidenziando differenze significative nella qualità dell’acqua tra i Paesi. Curiosamente, non sono emerse variazioni nei livelli di contaminazione tra bottiglie di vetro e di plastica, né tra acqua naturale e gassata. Ciò dimostra che il rischio di esposizione ai PFAS non dipende dal tipo di confezione o dal processo di imbottigliamento.

Acqua rubinetto (cataniaoggi.it-pexels)
Acqua rubinetto (cataniaoggi.it-pexels)

Consapevolezza e responsabilità ambientale

La presenza diffusa di PFAS nell’acqua potabile richiede un cambiamento nei comportamenti dei consumatori e un maggiore impegno istituzionale. I ricercatori invitano a utilizzare metodi di purificazione casalinghi e a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi legati a queste sostanze. Yi Zheng, professore presso la Southern University of Science and Technology in Cina, sottolinea come l’informazione sia uno strumento chiave per proteggere la salute pubblica e spingere verso politiche ambientali più rigorose.

Introdotti negli anni ’40 in prodotti come pentole antiaderenti, schiume antincendio e imballaggi alimentari, i PFAS continuano a contaminare l’acqua potabile a livello globale. Una maggiore consapevolezza su questa minaccia potrebbe spingere le autorità a rafforzare i controlli e le normative per limitare l’uso di queste sostanze pericolose.