Manovre criminali, per questa ti tolgono la patente 3 anni a fila e ti appioppano 8.000€ di multa | Lo fanno tutti, ignari del rischio
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Manovre criminali -(cataniaoggi.it-pexels)
Tra le infrazioni al codice della strada che si possono commettere questa è una di quelle che ti costa più cara
La Corte di Cassazione ha ribadito che la revoca della patente può essere inflitta fino a cinque anni dopo l’infrazione, oltre alla sanzione pecuniaria prevista dal Codice della Strada (CDS). In particolare, la violazione dell’art. 176 CDS, che riguarda l’inversione di marcia vietata, comporta una multa compresa tra 2.046 e 8.186 euro, il fermo amministrativo del veicolo per tre mesi e la revoca della patente di guida. Il provvedimento può essere emesso anche molto tempo dopo la violazione, come confermato dall’ordinanza della Cassazione n. 11792/2023.
Il caso analizzato riguarda un automobilista che, in primo grado, aveva ottenuto l’annullamento della revoca della patente, ritenendo il provvedimento tardivo. La Prefettura ha però impugnato la sentenza, ottenendo una decisione favorevole dal Tribunale, che ha confermato la validità della revoca.
L’automobilista ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la revoca fosse stata disposta troppo tardi, ben due anni dopo la violazione, e che non fosse accettabile lasciare alla discrezionalità della Pubblica Amministrazione la scelta dei tempi di applicazione della sanzione. La Seconda Sezione Civile della Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile, confermando la validità della sanzione accessoria della revoca della patente. L’art. 176, comma 1, lettera a) del Codice della Strada vieta severamente l’inversione di marcia sulle carreggiate, sulle rampe e sugli svincoli delle strade extraurbane principali e autostrade.
È inoltre proibito attraversare lo spartitraffico, anche nei punti di apertura dei varchi, così come percorrere la carreggiata in senso opposto a quello consentito. Queste violazioni sono sanzionate con una multa elevata, la revoca della patente e il fermo amministrativo del veicolo per tre mesi. Si tratta di una norma molto rigida, che ha l’obiettivo di garantire la sicurezza stradale, evitando manovre pericolose che possono causare gravi incidenti.
La procedura di revoca della patente
Secondo l’articolo 219 CDS, l’organo di Polizia che accerta la violazione deve trasmettere entro cinque giorni la segnalazione al Prefetto, che, dopo le necessarie verifiche, emette l’ordinanza di revoca. Il provvedimento comporta la consegna immediata della patente agli uffici della Prefettura, anche tramite la Polizia incaricata dell’esecuzione. Successivamente, l’ordinanza viene comunicata al Dipartimento per i Trasporti Terrestri, che provvede a registrare la revoca nei sistemi informativi.
Uno degli aspetti più rilevanti della sentenza è la conferma che non esiste un termine massimo per la revoca della patente, purché il procedimento sia eseguito nel rispetto della legge. L’automobilista aveva sostenuto che il ritardo di due anni rendesse il provvedimento illegittimo, ma la Cassazione ha ribadito che il Codice della Strada non impone alcun limite temporale massimo, purché la revoca venga formalizzata nei modi e nei tempi stabiliti dalla procedura amministrativa.
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Per chi commette un’infrazione grave la tolleranza è zero
Questa decisione ha importanti implicazioni per gli automobilisti, poiché conferma che una violazione del Codice della Strada può portare alla revoca della patente anche diversi anni dopo l’infrazione. In altre parole, chi commette un’infrazione grave non può ritenersi al sicuro dal provvedimento solo perché è trascorso molto tempo. Questo rafforza il principio di tolleranza zero per le violazioni più pericolose, soprattutto su strade extraurbane e autostrade.
La sentenza della Cassazione n. 11792/2023 rappresenta un precedente rilevante, consolidando la possibilità per l’amministrazione di applicare la revoca della patente anche a distanza di anni dalla violazione. L’obiettivo è garantire la sicurezza stradale e punire severamente le condotte più pericolose, come l’inversione di marcia su strade ad alta velocità. Gli automobilisti devono quindi essere consapevoli che le infrazioni gravi non cadono nel dimenticatoio e che il rischio di perdere la patente resta concreto anche dopo diversi anni dall’infrazione.