Preistoria, ecco come erano fatti i tuoi antenati prima della civiltà: questo era il nostro viso all’età della pietra

Evoluzione uomo (Facebook) CataniaOggi
Ricostruito il volto tramite il DNA degli uomini di migliaia di anni fa, l’evoluzione ci ha cambiati ma non troppo.
Gli esseri umani moderni presentano notevoli differenze fisiognomiche e fisiche rispetto ai loro antenati preistorici. A livello fisiognomico, i crani degli uomini preistorici erano generalmente più robusti, con arcate sopraccigliari più pronunciate e mascelle più grandi e sporgenti. I lineamenti facciali erano più marcati, con nasi più larghi e zigomi più prominenti.
Dal punto di vista fisico, gli uomini preistorici tendevano ad essere più robusti e muscolosi, con ossa più spesse e dense, adattamenti necessari per uno stile di vita fisicamente impegnativo di caccia e raccolta. La statura variava a seconda del periodo e della regione, ma alcune specie pre-umane, come i Neanderthal, erano più basse e tarchiate rispetto alla media degli umani moderni, con toraci più ampi.
Nel corso dell’evoluzione, si è osservata una tendenza verso una gracilizzazione dello scheletro e una riduzione della massa muscolare. La nostra statura media è aumentata in alcune popolazioni, mentre in altre si è mantenuta o addirittura ridotta. Le mani degli esseri umani moderni sono più abili e precise, grazie a cambiamenti nella struttura ossea e muscolare.
Queste trasformazioni sono il risultato di milioni di anni di evoluzione, guidati da fattori ambientali, cambiamenti dietetici e lo sviluppo di nuove tecnologie e stili di vita che hanno progressivamente ridotto la dipendenza dalla pura forza fisica per la sopravvivenza.
Ricostruire partendo dal DNA
Le moderne tecnologie di sequenziamento del DNA e l’avanzamento della paleogenetica permettono di estrarre e analizzare frammenti di materiale genetico da resti fossili risalenti a centinaia di migliaia di anni fa. Nonostante la degradazione del DNA nel tempo, tecniche sofisticate consentono di ricostruire sequenze parziali o, in rari casi, quasi complete del genoma di individui preistorici.
L’intelligenza artificiale gioca un ruolo cruciale nell’interpretazione di questi dati frammentari. Algoritmi avanzati sono in grado di identificare pattern, colmare lacune nelle sequenze e confrontare il DNA antico con quello di popolazioni moderne. Attraverso l’analisi comparativa, è possibile recuperare informazioni sulle caratteristiche fisiche, come il colore della pelle e degli occhi, la predisposizione a determinate malattie e persino alcuni aspetti fisiognomici.
Volto di donna risalente a 3500 anni fa
Grazie a sofisticate analisi del DNA estratto da un dente ritrovato in Giappone, un team di ricerca è riuscito a ricostruire il volto di una donna vissuta tra 3550 e 3960 anni fa. Questa avanzata tecnica di sequenziamento genetico, applicata a un reperto dell’isola di Rebun, ha permesso di visualizzare il suo aspetto, rivelando capelli scuri e ricci, occhi marroni e pelle lentigginosa.
L’analisi del DNA ha inoltre svelato tratti biologici distintivi di questa antica popolazione di cacciatori-raccoglitori, vissuta durante il Neolitico giapponese e nota per le sue ceramiche decorate. Caratteristiche come un’alta tolleranza all’alcol, una dieta ricca di grassi e particolari tratti come cerume umido.