Ritrovato dai sommozzatori il computer più antico del mondo: risale a 2.000 anni fa e risolve ancora oggi calcoli assurdi

Sommozzatori (Pexels) CataniaOggi

Scoperta incredibile in fondo al mare, il primo esemplare di computer ha 20 secoli e ancora può funzionare. 

La storia del computer affonda le sue radici ben prima dell’era digitale che conosciamo oggi. Già nel XIX secolo, figure come Charles Babbage concepirono macchine meccaniche in grado di eseguire calcoli complessi, gettando le basi teoriche per il computer moderno. Tuttavia, fu solo a metà del XX secolo, con l’avvento dell’elettronica e di progetti pionieristici, che i primi veri computer elettronici fecero la loro comparsa.

Inizialmente, il computer era un oggetto di lusso, accessibile solo a grandi istituzioni e governi. Le sue dimensioni e il costo proibitivo ne limitavano la diffusione. Tuttavia, con il progredire della tecnologia, in particolare con l’invenzione del microprocessore negli anni ’70, si aprì la strada alla creazione di computer più piccoli, potenti e, soprattutto, più economici.

Dagli anni ’80 in poi, i computer iniziarono a fare timidamente la loro comparsa nelle case e negli uffici. I primi personal computer erano utilizzati principalmente per la produttività, come l’elaborazione di testi e i fogli di calcolo, e per alcuni giochi. Con il passare del tempo, la potenza di calcolo aumentò esponenzialmente, i costi diminuirono e l’interfaccia utente divenne più intuitiva, rendendo i computer accessibili a un pubblico sempre più vasto.

Oggi, il computer non è più considerato un lusso, ma uno strumento essenziale presente in quasi tutte le case. Si è evoluto in molteplici forme, dai desktop ai laptop, dai tablet agli smartphone, diventando un elemento centrale della nostra vita quotidiana per la comunicazione, l’informazione, l’intrattenimento e il lavoro. L’integrazione di internet ha ulteriormente ampliato le sue funzionalità, trasformando il computer in una porta d’accesso a un mondo di risorse e connessioni globali.

Le scoperte in fondo al mare

Le profondità marine custodiscono un patrimonio storico inestimabile, celato tra le lamiere contorte dei relitti. Spesso, durante le esplorazioni sottomarine, emergono oggetti che sorprendono per la loro inaspettata modernità, testimoni silenziosi di un passato che credevamo lontano.

Tra gli esempi più emblematici si annoverano complessi meccanismi di orologeria ritrovati in antiche navi affondate, la cui precisione sbalordisce gli esperti. Oppure, sofisticati strumenti di navigazione, realizzati con materiali e tecniche che anticipano scoperte successive. Ancora, manufatti di uso quotidiano, come stoviglie o gioielli, che rivelano un livello di cura e design sorprendentemente attuale.

Computer 2000 anni (Focus) CataniaOggi

Il “computer” di 2000 anni fa

Il celebre meccanismo di Antikythera, rinvenuto più di un secolo fa tra i resti di un naufragio greco risalente al II secolo a.C., è considerato da molti il primo “computer” della storia. Questo straordinario manufatto, recuperato in frammenti corrosi, svela un sistema di ingranaggi di una complessità sorprendente per l’epoca. La sua sofisticata architettura meccanica continua a sfidare la comprensione degli scienziati moderni, rendendolo un oggetto di studio affascinante e cruciale per la storia della tecnologia.

Nonostante il degrado subito nel corso dei secoli, recenti ricerche condotte dall’Università di Glasgow sembrano aver decifrato la sua funzione primaria nell’antica Grecia. Gli studiosi suggeriscono che questo intricato dispositivo fosse impiegato per calcoli astronomici, permettendo di prevedere i movimenti dei corpi celesti.