Aeroporto: Razza, “Trantino ha interpretato il pensiero dei siciliani”

Ruggero Razza

Il sindaco di Catania Enrico Trantino chiede le dimissioni del consiglio d’amministrazione della Sac, la società che gestisce lo scalo dell’aeroporto etneo a seguito della gestione dell’incendio di metà luglio scorso dell’aerostazione ma i soci avrebbero confermato la fiducia.

Sulla richiesta di dimissione del cda della Sac, è intervenuto anche Ruggero Razza, esponete di punta di Fdi, dove chiarische: “Il sindaco di Catania e della città Metropolitana, Enrico Trantino, –  ha scritto Razza – ha interpretato il pensiero della sua comunità e della grande parte dei siciliani: ha chiesto le dimissioni del Cda della società che ha la responsabilità della gestione dell’aeroporto di Catania. Lo ha fatto rassegnando puntuali osservazioni, che – secondo il comunicato ufficiale diffuso – sono relative alla gestione delle procedure previste dalla legge Madia per tutte le società a prevalente partecipazione pubblica”.

“Non si è espresso sui fatti oggetto dell’indagine in corso, – sottolinea Razza – perché la politica non si nutre di giustizialismo. Ha chiesto che sui suoi rilievi si esprima il collegio sindacale – organo di controllo – e che lo faccia nelle forme previste dalla legge, come atto obbligatorio e con l’adozione delle specifiche responsabilità sociali che ne conseguono”.

“Il sindaco ha assunto su di se la rappresentanza di tutti e ha interpretato il pensiero della maggioranza dei siciliani, oltre che dei catanesi. Si è comportato con rigore, come si conviene a un uomo delle istituzioni”.

“Lui non è un “commissario”. Come l’acese Belcuore nominato alla Camera di Commercio, che possiede la titolarità del 61,11% delle quote di Sac. E neppure come l’ex parlamentare Marcello Gualdani, “commissario” dell’Irsap, titolare del 12,22%. Stessa cosa dicasi per il “commissario” della ex provincia di Siracusa, anch’essa titolare della medesima quota”.

“Trantino non è “commissario”, – scrive Ruggero Razza – ma è eletto dal popolo. Ed in quanto tale non solo lo rappresenta, ma è in splendida compagnia di centinaia di migliaia di persone. Di operatori e gente comune. Ma il suo non è populismo e neppure demagogia. Il suo è il diritto di affermare la verità, che ogni tanto ha solo bisogno del tempo per essere riconosciuta anche da chi si ostina a non vederla”.