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Aumento Tari: sindacati, “conseguenze del vecchio dissesto”

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"In parole povere i cittadini catanesi dovranno pagare di tasca propria le conseguenze del vecchio dissesto"

“L’aumento della Tari è stato approvato dal consiglio comunale come ‘inevitabile conseguenza del Piano economico finanziario’. In parole povere i cittadini catanesi dovranno pagare di tasca propria le conseguenze del vecchio dissesto per sfuggirne un altro senza che nulla sia stato fatto per evitarlo. Ciò avverrà gravando proprio sulla tassa legata alla raccolta dei rifiuti, ossia il servizio comunale che più di ogni altro rivela anche visivamente l’inefficienza delle istituzioni locali a Catania”.

Lo afferma una nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil di Catania. Per il 2022 l’impatto di tale aumento causerà una batosta per i contribuenti di altri 16 milioni di euro, pari cioè al 18% del valore della Tari. Per Cgil, Cisl e Uil ci si trova di fronte a un paradosso difficile da accettare: la città è sempre più sporca, eppure il cittadino dovrà sborsare una tassa sui rifiuti più alta, nonostante ne paghi già una che è tra le più alte d’Italia. Non è difficile pensare che pure stavolta a mettere mano al portafogli sarà quel 40 per cento dei catanesi che onora le tasse anche al posto degli evasori. Cgil, Cisl e Uil di Catania si chiedono “se sia realistico il paventato scenario del possibile nuovo dissesto addebitabile a un mancato aumento della tassa sui rifiuti” e chiedono al Comune di “impegnarsi al massimo affinché l’aggravio venga realmente neutralizzato tramite il trasferimento di risorse nazionali da parte della Regione Siciliana, così come ipotizzato”.

“È necessario inoltre – concludono Cgil, Cisl e Uil – che l’amministrazione comunale accetti quello che da anni è sotto gli occhi di tutti: le grandi decisioni andrebbero condivise con le forze sociali della città. Sarebbe un segnale di grande saggezza civica e istituzionale. Non è mai troppo tardi per rendersene conto”.

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