“Mine vaganti”, eseguiti sei provvedimenti della polizia

La Polizia di Stato di Catania, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, ha eseguito una misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale nei confronti di sei persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di tentativo di omicidio, porto di arma comune da sparo, detenzione e porto in luogo pubblico di arma clandestina e di ricettazione. L’operazione è stata denominata “Mine vaganti”.

I provvedimenti restrittivi sono stati emesso all’esito di indagini, coordinate dalla procura etnea e svolte dalla Squadra Mobile, avviate a seguito di un fatto delittuoso verificatosi alcune settimane addietro nel quartiere Nesima, nei pressi di un esercizio commerciale, verso il quale furono esplosi numerosi colpi di arma da fuoco.

Le indagine della polizia, sono partite dai alcuni colpi di pistola, esplosioni il 27 maggio scorso ai danni di un autonoleggio del quartiere Nesima, in via Negrelli. In carcere è stato rinchiuso Salvatore Musumeci, di 51 anni. Agli arresti domiciliari sono finiti Giovanni Balsamo, di 22, Rosario Micale, di 59 anni, il figlio Giuseppe di 30, Sebastiana Musumeci, di 45, Concetta Jessica Rita Saitta, di 26, rispettivamente sorella e nipote di Salvatore Musumeci.

La Polizia di Stato dopo la sparatoria ritrovò sul posto alcuni bossoli esplosi rilevando diversi fori d’entrata di colpi di arma da fuoco sul muro, sulla porta che delimita la zona adibita al pubblico e su quella del bagno. Gli agenti trovarono anche due proiettili calibro 7,65 e una pistola Beretta calibro 9 short con la matricola cancellata, il colpo in canna insieme con un caricatore contenente quattro cartucce nascosta sotto un’autovettura parcheggiata nelle immediate vicinanze dell’esercizio commerciale.

Secondo quanto accertato l’esplosione dei colpi sarebbe avvenuta al culmine di una lite tra Giuseppe e Rosario Micale, gestori dell’esercizio commerciale ed un uomo non destinatario dell’ordinanza cautelare. In aiuto di quest’ultimo sarebbe arrivato Salvatore Musumeci, a sua volta accompagnato da un gruppo di fiancheggiatori, tra cui Giuseppe Balsamo, mediante l’esplosione di ripetuti colpi di pistola contro Giuseppe Micale, che avrebbe poi sparato con un’altra pistola. Salvatore Musumeci si sarebbe poi disfatto della pistola consegnandola alla sorella e alla nipote prima di allontanarsi dai luoghi a bordo di uno scooter.