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Regione: Fratelli d’Italia sbatte ufficialmente la porta

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Maggioranza allo scontro

“La decisione del Presidente della Regione Renato Schifani di nominare i manager della sanità in Sicilia in assenza degli assessori di Fratelli d’Italia apre la crisi di governo“. La frase è secca e la batta l’agenzia di stampa Ansa attribuendola proprio alla posizione ufficiale dei meloniani. Una posizione assunta a tarda ora dopo una giornata convulsa.

I manager che spaccano la maggioranza
La goccia, anzi la scusa ufficiale, è proprio la nomina dei manager della sanità giunta dopo le 20 da una riunione di giunta alla quale erano assenti i quattro assessori di FdI. Schifani ha chiamato più volte per accertarsi che stessero arrivando ma quando è stata chiara l’intenzione di disertare, vista la scadenza dei termini che sarebbe sopraggiunta alla mezzanotte, circa quattro ore dopo, e considerato che già una volta era stato tutto rinviato nominando commissari, non ha avuto altra scelta che procedere alle nomine ratificando la proposta dell’assessore Volo.

Il governo Schifani, nel corso della seduta di giunta ha, dunque, designato i nuovi manager della sanità siciliana. I nominativi dei direttori generali delle 15 strutture sanitarie regionali sono quelli anticipati nel pomeriggio di ieri da BlogSicilia ma il governo ha scelto anche i manager dei 3 policlinici universitari, per i quali si profilava un rinvio di uno o due giorni.

Tutti i nomi e le destinazioni nelle 9 Asp
Asp Palermo: Daniela Faraoni
Asp Catania: Giuseppe Laganga Senzio
Asp Messina: Giuseppe Cuccì
Asp Agrigento: Giuseppe Capodieci
Asp Caltanissetta: Salvatore Lucio Ficarra
Asp Enna: Mario Carmelo Zappia
Asp Ragusa: Giuseppe Drago
Asp Siracusa: Alessandro Caltagirone
Asp Trapani: Ferdinando Croce

Tutti i manager designati per gli ospedali
Arnas “Civico” Palermo: Walter Messina
Azienda ospedaliera “Villa Sofia-Cervello” Palermo: Roberto Colletti

Arnas “Garibaldi” Catania: Giuseppe Giammanco
Azienda ospedaliera “Cannizzaro” Catania: Salvatore Emanuele Giuffrida

Azienda ospedaliera “Papardo” Messina: Catena Di Blasi
Irccs “Bonino Pulejo” Messina: Maurizio Letterio Lanza

I tre direttori generali dei Policlinici
Policlinico Palermo: Maria Grazia Furnari
Policlinico Catania: Gaetano Sirna
Policlinico Messina: Giorgio Giulio Santonocito

La bagarre politica
La ratifica della proposta formalizzata poco prima delle 14 dall’assessore Volo è arrivata dalla giunta poco dopo le 20 nonostante l’esecutivo fosse stato convocato per le 19. Per iniziare si attendeva l’arrivo degli assessori di FdI che, invece non si sono presentati. Una assenza che viene interpretata come una spaccatura all’interno della maggioranza anche perché messa in relazione con quanto accaduto in aula all’Ars fra ieri e oggi.

Visto il ritardo Schifani ha deciso di procedere anche senza la delegazione di Fratelli d’Italia e la lista è stata varata con l’approvazione degli assessori presenti, 8 su dodici più il Presidente.

Ma lo scontro, culminato in serata, era iniziato molto prima nella maggioranza ed è da far risalire al disegno di legge “salva ineleggibili” proposto dal capogruppo di FdI Giorgio Assenza. La norma avrebbe sanato retroattivamente la posizione di quattro deputati ineleggibili: Giuseppe e Nicola Catania e Letterio Didone di FdI e Davide Vasta di Sud chiama Nord. Una interpretazione di legge per mettere a tacere i tribunali che si preparavano a sostituirli con i primi dei non eletti. Ma la legge è stata bocciata con almeno nove (o forse anche dieci) franchi tiratori.

Ma il blitz non era ordito da Forza Italia ne dal presidente della Regione che, invece, aveva tentato di serrare i ranghi ed evitare che la maggioranza si spaccasse. Non era bastato e in casa FdI è forte la convinzione che fra gli ammutinati ci siano anche componenti della giunta. La battaglia è con frange della Lega ma nel gruppo dei franchi tiratori ci sarebbero anche deputati azzurri.

L’altra vittima, la legge sulle province
Ma Fratelli d’Italia già in aula non si era limitata a protestare. Prima della bocciatura del salva ineleggibili, la maggioranza aveva provato a rinviare ancora il voto temendo proprio scontri ma FdI aveva detto no e aveva reso pubblica la propria posizione uscendo dall’aula al momento del voto sull’inversione della trattazione fra lo stesso salva ineleggibili e la legge di ripristino del voto diretto nelle province. Alla fine, nella bagarre, vittima cade anche la legge sulle province rinviata in Commissione.

Un vertice di maggioranza
E non è bastato a rimettere a posto le cose il vertice di maggioranza dal quale ieri era uscita anche la lista dei manager. Alla fine i meloniani non sono andati in giunta e adesso il clima e teso e il chiarimento difficile.

 

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