Smantellata “la via della seta della droga” catanese
La Droga, arrivava dalla zona di Napoli , e il trasporto avveniva a cadenza mensile, ma in alcuni casi anche bisettimanale, destinata alle numerose “piazze di spaccio” del popoloso quartiere di San Giovanni Galermo di Catania – via Capo Passero, coordinate e rifornite per conto del gruppo “Nizza”, inserito nella famiglia di cosa nostra catanese “Santapaola-Ercolano”.
Il gruppi criminali si erano organizzati, in maniera tale, di coesistere pacificamente all’interno di una “via della seta della droga”, come la definisce il capitano Beatrice Casamassa, al comando della compagnia carabinieri di Fontanarossa che per quasi un anno, hanno documentato, come i gruppi criminali riuscivano ad organizzarsi, in turni, che coprivano h24 il quartiere, e convivere senza concorrenza sleale. I clienti potevano scegliere a quale piazza di spaccio rivolgersi, fidelizzarsi con il pusher di riferimento, senza che i gruppi criminali fossero in contrasto tra di loro. Una sorta di libero mercato, vincolato semplicemente dal prezzo, e dalla fornitura.
L’operazione di oggi, mette in evidenza come sia presente una manovalanza sempre più giovane, oltre anche di acquirenti più giovani che lanciano un campanello di allarme. “Questo tipo di operazione – ha detto il capitano Casamassa – e questo tipo di risposte, è il messaggio giusto ai giovani di questi quartieri che rappresentano il futuro, un via alternativa dello spaccio e del consumo della droga”.
A smantellare il gruppo criminale, ci hanno pensato i carabinieri della compagnia di Fontanarossa, che stamattina con il supporto di oltre 200 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 46 indagati, di questi, ne sono stati eseguiti 42, tra cui di 5 soggetti (2 in comunità e 3 in Istituto penitenziario), all’epoca dei fatti minorenni, accusati a vario titolo di “associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”, con l’aggravante del metodo mafioso.
Imponente il giro d’affari illecito, stimato in circa 240mila euro al giorno, prevalentemente destinati al sostentamento degli associati e al mantenimento dei detenuti mafiosi e delle loro famiglie, garantito dai circa 2.500 clienti giornalieri, alla ricerca di cocaina, crack, hashish e marijuana.
Questa mattina, è stato inoltre notificato l’avviso di conclusione indagini preliminari ad altri venti soggetti nei confronti dei quali, pur essendo stata riconosciuta la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, non sono state emesse misure cautelari personali per assenza di esigenze cautelari.
Con l’operazione “Malerba” si è accertato come “Cosa nostra” catanese, nonostante le continue operazioni di polizia sul territorio, sfruttando la peculiare morfologia dell’area, caratterizzata da complessi edilizi “chiusi” non facilmente permeabili dalle forze di polizia, come via Capopassero, continua a controllare il territorio e ad imporre ai singoli sodalizi criminali regole, prezzo e quantitativo della droga da smerciare, creando un vero e proprio sistema di controllo del mercato.
L’indagine, è scattata nel marzo 2021 a ad aprile 2022, si pone in continuità con la maxi operazione Scanderbeg, che nel 2020 ha visto l’arresto di 101 soggetti, e si sviluppa da una qualificata attività di osservazione a distanza svolta affiancata da una parallela attività tecnica di intercettazione e da numerosi riscontri oggettivi (arresti in flagranza di reato, controllo degli acquirenti, sequestri di droga, denaro e armi), permettendo in tal modo di ricostruire il “modus operandi” delle piazze di spaccio, delineando struttura ed organigramma dei vari sodalizi criminali che vi operavano, alternandosi in diversi turni orari nell’arco dell’intera giornata, con una copertura h 24.
Sempre secondo l’accusa, al vertice dell’associazione criminale, secondo la ricostruzione, “col ruolo di coordinatore e supervisore di molte piazze di spaccio, vi sarebbe il noto pluripregiudicato Antonino Raimondo, ritenuto responsabile della fornitura, in modo esclusivo e continuativo, della droga per conto del gruppo Nizza, inserito nella famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano”.
Alcune “piazze di spaccio” avrebbero consentito a circa 2.500 clienti giornalieri, di acquistare a qualsiasi ora la loro dose quotidiana di marijuana, cocaina o crack, incrementando con proventi di tutte le piazze di spaccio il volume d’affari della criminalità organizzata, per circa 240mila euro al giorno, prevalentemente destinati al sostentamento degli associati ed al mantenimento dei detenuti mafiosi e delle loro famiglie.
La piazza di spaccio veniva gestita da un responsabile, meglio conosciuto come il “capo piazza”, al quale il coordinatore delle piazze, secondo l’accusa Antonio Raimondo avrebbe assegnato una determinata fascia oraria nella quale organizzare la vendita di stupefacente (marijuana, cocaina e crack).
La fitta rete di vedette radiocollegate – sia quelle statiche posizionate all’interno di abitazioni private o sulle terrazze dei palazzi, sia quelle dinamiche operanti su strada a bordo di motocicli messi a disposizione dalle organizzazioni e preposte al controllo delle vie di accesso carrabili e pedonali – garantiva un servizio a favore dell’intera collettività criminale del quartiere, retribuito dai responsabili di tutte le piazze di spaccio.
L’indagine ha inoltre consentito di accertare la disponibilità e l’utilizzo, da parte di alcuni sodali criminali, di armi da fuoco all’interno delle piazze di spaccio come testimonia il sequestro avvenuto nel 2022.
Con l’operazione di oggi, è stato inferto l’ennesimo colpo alla criminalità organizzata ed in particolare al gruppo Nizza, he da sempre trae dalle fiorenti piazze di spaccio site nel territorio di San Giovanni Galermo.
I destinatari della misura della custodia cautelare in carcere sono: Angelo Bua, di 31 anni; Salvatore Cannizzaro, di 28; Giosuè Cante, di 23; Salvatore Carani, di 32; Mario Castelli, di 66; Francesco Castiglione, di 34; Giovanni Castorina, 25, Angelo Cutugno, 30; Matteo D’Agosta, di 24; Pietro D’Amico, di 28; Giuseppe D’Arrigo, di 26; Francesco Pio Giuseppe Distefano, di 23; Gaetano Distefano, di 24; Loai Fdhili, di 25; Marco Gardali, di 27; Cristian La Verde, di 22; Vincenzo Licandro, di 23; Simone Lizio, di 25; Giuseppe Mazzarelli, di 28.
Sono stati inoltre arrestati Salvatore Messina, di 20 anni; Michael Monreale, di 23; Corrado Gabriel Muscarà, di 31; Angelo Nicotra, di 32; Giuseppe Nigro, di 22; Emmanuel Nuccio, di 25; Gabriele Giovanni Pino, di 20; Vincenzo Pino, di 25; Giuseppe Pistone, di 36; Cristian Platania, di 24; Giuseppe Platania, di 20.
In manette anche Salvatore Sam Privitera, di 46 anni; Antonino Pulvirenti, di 24; Antonino Raimondo, di 50; Giuseppe Santo Raineri, di 55; Alessandro Russo, di 31; Eduard Spati, di 24; Santo Tempera, di 22; Carlo Torrisi, di 27; Vito Vitale, di 22; Salvatore Santi, di 27 e Giuseppe Agatino Zuccaro, di 31.