Sparatoria di Viale Grimaldi, altri due arresti
Nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura di Catania guidata da Agata Santonocito, i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri, hanno eseguito un’ordinanza nei confronti due soggetti, Giuseppe Auteri e Giovanni Agatino Di Stefano entrambi 42enni, indagati per le ipotesi di reato di “plurimo tentato omicidio aggravato dalla metodologia e dalla finalità mafiosa” e “porto e detenzione illegale di armi”.
I due, sono stati individuati grazie alle indagini che non si sono mai fermate. Questo a permesso a distanza di tempo, di individuare tutti i partecipanti del conflitto a fuoco avvenuto in viale Grimaldi a Catania l’8 agosto del 2020.
Il provvedimento, rappresenta un ulteriore sviluppo investigativo relativo ad uno dei più cruenti fatti di sangue registratisi negli ultimi anni nella provincia etnea, di una guerra di mafia tra esponenti del clan Cappello-Bonaccorsi e del clan dei Cursoti Milanesi, dove hanno perso la vita due persone.
La precedente attività investigativa meglio come conosciuta “Centauri”, aveva già portato nel mese di aprile 2021 all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 14 soggetti. Altri 5 soggetti erano stati fermati nell’immediatezza dei fatti nell’agosto 2020 e altri 4 erano stati arrestati all’esito della sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Catania nel 2022.
Le indagini minuziose, hanno permesso di ricostruire come Auteri e Distefano avrebbero preso parte al gruppo di soggetti riconducibili al clan Cappello che avrebbero esploso numerosi colpi d’arma da fuoco nei confronti di tre persone della fazione avversa.
L’individuazione delle due ulteriori posizioni nell’ambito del cruento conflitto a fuoco è avvenuta grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Liistro Carmelo e Vinciguerra Michele, rivelatesi fondamentali per far luce sulla partecipazione ai fatti e sullo specifico ruolo svolto dai due indagati nel corso del conflitto a fuoco.
Allo stato sembrerebbe che il conflitto a fuoco sarebbe scaturito da contrasti personali insorti tra Gaetano Nobile e Carmelo Di Stefano per questioni di gelosia legate alla frequentazione di una ragazza e sarebbe deflagrato in modalità eclatanti per la volontà da parte dei partecipi di riaffermare la supremazia delle rispettive organizzazioni anche nel controllo delle piazze di spaccio.
Dopo le formalità di rito gli arrestati sono stati condotti presso le strutture penitenziarie.