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“Donne e leadership: una sfida ancora aperta”

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«Ancora oggi assistiamo a numerose limitazioni alla donna nella vita sociale e politica, un vero e proprio collo di bottiglia che dobbiamo rompere con nuovi metodi, con la cultura politica e soprattutto con azioni. Purtroppo assistiamo nel 2022 ad una società piuttosto menomata nel campo della parità di genere. Appare evidente che occorra un cambio di marcia culturale e politico per raggiungere la parità di genere. Un tema al centro delle politiche strategiche dell’Unione Europea e anche del Pnrr».

È il messaggio che la prorettrice Francesca Longo ha rivolto alle studentesse e agli studenti dell’Università di Catania che stamattina, anche “a distanza”, hanno preso parte al convegno dal titolo “Donne e leadership: una sfida ancora aperta” organizzato dal Dipartimento di Scienze della Formazione al Palazzo Ingrassia in occasione della Giornata Internazionale delle Donne.

«Dobbiamo distruggere questi stereotipi, è un dovere civile, sociale e morale» ha evidenziato la prof.ssa Loredana Cardullo, direttrice del Dipartimento di Scienze della formazione dove, proprio in queste aule, «docenti e ricercatori svolgono un ruolo fondamentale per la società di domani – ha aggiunto – formare educatori che hanno il compito di sensibilizzare, diffondendo la cultura della parità di genere, le future generazioni sin dalle scuole dell’infanzia».
Proprio sulla “formazione” si è soffermata Cinzia Recca, delegata alle Pari opportunità per il Disfor, sottolineando «l’importanza di un cambio culturale nelle scuole e negli atenei dove ancora oggi la storia di “genere”, seppur impartita, non è sufficientemente trattata nei manuali scolastici e accademici».

La docente, inoltre, ha evidenziato anche i dati e gli studi sulla distribuzione delle donne nel mondo del lavoro, piuttosto disomogenea. «Da un lato vi è il confinamento delle donne in determinati settori e ruoli nel campo lavorativo, ma nel complesso la mescolanza rappresenta anche un fattore positivo, mentre dall’altro si assiste ad una eccessiva scarsità di presenza delle donne in posizione di vertice oltre alla difficoltà di fare carriera nel mondo del lavoro nonostante abbiano una formazione e preparazione superiore – ha aggiunto -. Dal 2011 in Italia c’è una legge che impone ai Cda delle società quotate in borsa di riservare almeno 1/3 dei posti negli organi di governo alle donne. Nel 2020 la presenza delle donne è aumentata dal 5,7 al 36,5%, quelle delle top manager dal 46 a 71%. Le donne con incarichi dirigenziali sono passate dall’11,9 al 17,6%».
Ma non tutti i dati sono particolarmente entusiasmanti come hanno evidenziato la docente Ida Nicotra del Dipartimento di Giurisprudenza e l’imprenditrice e parlamentare Maria Laura Paxia dopo l’intervento della prof.ssa Adriana Di Stefano, delegata dell’ateneo alle Pari opportunità.

«Stando ai dati solo tra 136 anni, cioè nel 2158, ci potrà essere una completa parità di genere – ha spiegato la prof.ssa Nicotra -. Un dato sicuramente preoccupante aggravato dall’incremento nella nostra società dei casi di violenza di genere e di femminicidio. Le donne sono lasciate sole con un sistema giudiziario e ordinamentale che non riesce a dare risposte concrete e la pandemia ha anche aggravato la situazione dell’occupazione femminile. Il Pnrr sta puntando proprio sull’inclusione sociale e, proprio le misure avviate, guardano proprio alle donne, alle giovani del Sud. Oltre al problema dell’occupazione ne emerge un altro: il decremento della natalità, l’Italia è il paese più vecchio dell’Ue e le misure da adottate devono mettere insieme il mondo della donna e del lavoro con quello della famiglia e dei figli. Occorre un sistema che consenta alla donna di realizzarsi nel lavoro senza rinunciare a essere madre».

E sull’occupazione femminile interviene anche la parlamentare Maria Laura Paxia. «Il dato di oggi è il peggiore dal 2013 e la pandemia ha dato un brutto colpo alle donne – ha spiegato -. Oggi siamo ancora qui a ricordare un giorno del 1909, oltre un secolo fa, quando le camiciaie di New York protestavano per i loro diritti. Ancora oggi rivendichiamo gli stessi diritti. La politica e le leggi devono favorire le donne». «Soltanto ad ottobre del 2021 è stata approvata una legge in Parlamento che combatta la disparità salariale, siamo molto indietro. Mi auguro che la nostra Costituzione e l’agenda dell’Ue 2020-2025 possa colmare questo divario» ha aggiunto.

Sulla stessa linea anche l’assessore alle Pari opportunità del Comune di Catania Barbara Mirabella che, con un intervento “a distanza”, ha invitato le «studentesse a non abbassare la testa, a mettere al centro se stesse lasciandosi guidare dal senso del rispetto reciproco e paritario che deve esserci tra ragazzi e ragazze». «Purtroppo c’è ancora molta strada da fare anche sul cosiddetto ‘gender pay gap’, il costo del divario di genere nel mercato del lavoro» ha aggiunto.

Nel corso dei lavori Zina Bianca (componente della Commissione etica dell’Università di Catania) si è soffermata sulla «necessità di approfondire tre tematiche per raggiungere la parità di genere: il linguaggio culturale ed emozionale delle donne, l’intelligenza emotiva, ovvero promuovere attenzioni e condividere alcuni momenti quotidiani con il proprio partner, e, infine, la capacità relazionale e di gestire i conflitti tra uomini e donne».
Ornella Laneri, presidentessa dell’Aidda – delegazione Sicilia, si è soffermata, invece, sulla prima associazione italiana nata con lo specifico obiettivo di valorizzare e sostenere l’imprenditoria al femminile, il ruolo delle donne manager e delle professioniste.
A seguire sono intervenute anche la scrittrice Marinella Fiume e le docenti Liana Daher, Rosalba Panvini, Roberta Piazza, Marina Quattropani e Marinella Tomarchio del Dipartimento di Scienze della formazione.

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