Buttafuoco designato presidente della Fondazione La Biennale di Venezia
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha designato il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco come presidente della Fondazione La Biennale di Venezia per il prossimo quadriennio. La proposta di nomina è stata inviata alla Camera e al Senato: saranno le commissioni cultura dei due rami del Parlamento ad esprimere il proprio parere consultivo, non vincolante, entro il prossimo 14 novembre.
Una volta ricevuto il parere, il ministro potrà firmare la nomina di Buttafuoco e contestualmente nomerà anche l’altro membro di diritto del Mic all’interno del consiglio di amministrazione dell’Ente. Il cda è composto da quattro membri: gli altri due sono di diritto il sindaco di Venezia (Luigi Brugnaro), con la carica di vice presidente, e il presidente della Regione Veneto (Luca Zaia).
Buttafuoco prenderà il posto di Roberto Cicutto chiamato a dirigere La Biennale nel gennaio 2020 dall’allora ministro Dario Franceschini. Con una nota, fonti del Mic hanno precisato che l’attuale presidente Cicutto resterà in carica fino al termine del mandato (2 marzo 2024) “al fine di garantire la necessaria continuità istituzionale e un graduale e ordinato passaggio di consegne”.
Giornalista, scrittore e autore teatrale, laureato in filosofia, Pietrangelo Buttafuoco, 60 anni, è stato redattore del “Secolo d’Italia” e ha collaborato con “L’Italia settimanale”, di cui è stato direttore nel 1996, “Il Giornale”, “Il Foglio”, “Panorama” e “La Repubblica”. Dal 2007 al 2012 è stato presidente del Teatro Stabile di Catania, sua città natale.
“L’indicazione del nome di Buttafuoco a presidente della Biennale, ufficiale o ufficiosa che sia, è una straordinaria notizia, non solo per la qualità dell’uomo ma per l’originalità del suo pensiero” e “anche la sua conversione all’Islam è una garanzia di originalità nel rapporto tra la storia dell’Occidente e il suo declino che prevede dialoghi per affinità, restituzioni di valori condivisi, non conflitti. Evviva Buttafuoco!”. Così il commento del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.