Sicilia, crescono i reati online. Serve una svolta nella sicurezza in rete

Negli ultimi anni i crimini informatici sono cresciuti in maniera pericolosa nella nostra regione. Ecco come fare, allora, per migliorare la protezione degli utenti online e per navigare in maniera consapevole e sicura, con un aiuto che arriva dalla tecnologia.

Sono numeri allarmanti quelli che si leggono all’interno del Bilancio 2022 della Polizia Postale della Sicilia. Numeri che parlano di una lenta ma stabile risalita dei crimini online, con ricatti e pedopornografia in primo piano.

Solo in Sicilia Occidentale, ovvero nelle province che vanno da Palermo ad Agrigento, passando per Trapani, Caltanissetta ed Enna, le Forze dell’Ordine hanno monitorato oltre 2 mila e 400 siti internet, riscontrando illeciti in almeno 237 di essi. Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica, sempre in Sicilia Occidentale, ha setacciato nello scorso anno oltre 23 mila spazi virtuali (dai siti ai profili, dai forum ai gruppi di messaggistica). Numeri simili anche nella parte orientale della regione, con oltre 2.900 illeciti online, 590 frodi informatiche e il numero sconvolgente di 1.100 casi e 364 persone indagate a vario titolo, da frodi a phishing, passando per furto di dati e di identità, cyberbullismo e adescamento, con una crescita anche degli illeciti legati al trading online.

Serve una svolta, quindi, nel modo in cui si naviga e soprattutto nelle infrastrutture digitali adibite a proteggere gli utenti. E il modello di riferimento, in questo senso, può essere quello offerto dal gioco online. Come si legge in questo articolo, infatti, gli operatori di gioco italiani hanno da tempo investito in tecnologia e ricerca per creare barriere e strutture di protezione per i proprio clienti. Si tratta di protocolli di ultima generazione, Firewall e meccanismi di Intelligenza Artificiale che fungono da schermo per tutti i dati sensibili messi online dai giocatori: dai dati personali alle coordinate bancarie.

Un’attenzione alla cybersicurezza che adesso si deve estendere ad altre fasce di popolazione, partendo dalle scuole, dove sono sempre più numerosi i progetti di cittadinanza digitale e di alfabetizzazione informatica, ma passando anche per le fasce più adulte, quelle che magari si sono approcciate alla rete in tarda età e conoscono meno i pericoli del web. Serve quindi una nuova sensibilizzazione e una vasta campagna di comunicazione, per far sì che quei numeri così allarmanti e pericolosi registrati nella nostra regione possano finalmente calare.