Covid: arriva la proroga per commissari e Usca
Il governo Musumeci, nella seduta di giunta di questa mattina, ha approvato la delibera proposta dall’assessorato alla Salute per la riorganizzazione delle strutture commissariali delle Asp provinciali e, contestualmente, per l’istituzione delle Unità di continuità assistenziale. Il provvedimento prevede una proroga dell’incarico conferito ai commissari fino al 31 dicembre 2022 “con la finalità di garantire la continuità nell’erogazione di tutti i servizi collegati alla gestione della pandemia” (tra questi la campagna vaccinale, l’assistenza domiciliare in coordinamento con i medici di famiglia, il tracciamento dei soggetti positivi al Covid-19).
In secondo luogo, in attesa che il Ministero dia attuazione al provvedimento di istituzione delle Unità di continuità assistenziali (una per ogni distretto), la delibera proroga l’attività delle Usca, “in quanto strutture fondamentali per l’attuazione sul territorio dei servizi assistenziali finalizzati al contrasto del Covid-19”.
“Grazie alle Usca e alle strutture commissariali siamo riusciti, durante i momenti più cupi di questi due anni, a mettere in piedi un paradigma virtuoso di gestione della pandemia – afferma l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza – Lo abbiamo dimostrato con i fatti e, soprattutto, con i numeri”. “Quest’esperienza costituisce un tesoro: un modello organizzativo fatto da buone pratiche, messe in atto da professionisti di livello. Con questo provvedimento diamo continuità a tutto questo, nel solo interesse dei cittadini siciliani e di tutti coloro che, purtroppo, si trovano ancora oggi a combattere contro il virus”.
Intanto arrivano dagli ospedali segnali incoraggianti di una possibile inversione di rotta della curva dei ricoveri per Covid-19 nei reparti ordinari e di quella nelle terapie intensive. I dati, della Fondazione Gimbe, indicano infatti che calano i ricoveri, anche in terapia intensiva, e anche che continua la discesa del numero di contagi. Tuttavia l’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) indica che restano 8 le regioni con l’occupazione di posti nei reparti di area non critica oltre il 20% (il dato nazionale è stabile al 17%, oltre la soglia di allerta che è del 15%) e che l’occupazione nelle terapie intensive è ferma al 4% (la soglia di allerta è del 10%).
I dati relativi alle ultime 24 ore indicano che i contagiati sono stati 23.699 (un dato che risente del conteggio, più basso, domenicale), ma le vittime sono in aumento, 104 (6 frutto di riconteggi) rispetto alle 77 di ieri. Di “primi segnali di miglioramento della curva dei ricoveri, delle terapie intensive e dei contagi” parla il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che in due tweet fa sapere che il 23 luglio si sono registrati 10.925 ricoveri con sintomi (il picco il 20 luglio con 11.037) e 405 terapie intensive (417 il massimo il 18 luglio).
Dati incoraggianti, anche se l’Agenas ricorda che restano 8 le regioni in cui il valore supera il 20% di occupazione dei reparti di area non critica: Umbria (42%), Valle d’Aosta (42%), Calabria (33%), Basilicata (28%), Sicilia (28%), Liguria (28%), Friuli Venezia Giulia (23%), Marche (21%). La percentuale, inoltre, cresce in 5 regioni: Basilicata (28%), Friuli Venezia Giulia (23%), Liguria (28%), Pa Trento (18%). Quanto all’occupazione dei posti nelle terapie intensive da parte di pazienti con Covid-19 aumenta in 4 regioni: Abruzzo (al 5%), Calabria (8%), Friuli Venezia Giulia (4%) e Toscana (5%).
Che il Covid-19 continui ad avere un impatto molto forte sulla popolazione, non solo a livello di contagi, ma anche di ricoveri ospedalieri e decessi, è il risultato di uno studio di ASST Santi Paolo e Carlo e Università degli Studi di Milano, che ha preso in considerazione gli accessi al pronto soccorso degli ospedali San Paolo e San Carlo dal 12 al 19 luglio, i giorni del picco dell’ondata Omicron 4/5. Secondo l’indagine, tra i positivi circa il 20% dei ricoveri sono di pazienti positivi al tampone asintomatici, mentre l’80% è in ospedale per patologie correlate al Covid.