De Lucia: “i clan hanno ricominciato a rielaborare strategie”
“La cattura di Messina Denaro segna la fine di un ciclo, ma che nessuno pensi che equivale alla fine della lotta alla mafia; noi da quello stesso giorno, dalle intercettazioni, sappiamo che la mafia ha iniziato ad elaborare nuove strategie. Dobbiamo avere piena cognizione di cosa può accadere”. A dirlo è il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia nel corso del quarto congresso nazionale di Area democratica per la giustizia a Palazzo Steri, a Palermo “.
“Noi ci siamo, siamo più forti della mafia – ha concluso – ma dobbiamo avere la consapevolezza di quel che può accadere”. Parole chiare che ribadiscono, ancora una volta, l’importanza delle intercettazioni, argomento su cui si era soffermato anche il Guardasigilli, pronto a sgomberare il campo dai timori di modifiche della normativa sulle captazioni nei casi di reati di mafia.
Il capo della Procura, solleva anche un problema che certamente non permette alla magistratura di seguire in tempi più celeri molte inchieste: “ci sono 1500 magistrati in meno. Come potrebbe mai funzionare un sistema accusatorio con questi numeri? E poi ci sono carenze nel personale amministrativo e non bastano le assunzioni perchè il personale va formato”. De Lucia ha anche sottolineato la necessità di lasciare il controllo delle indagini ai pubblici ministeri.
“Una polizia giudiziaria che non dipende dal pm – ha spiegato il capo della Procura – è debole davanti all’esecutivo. E non dimentichiamo che senza questo modello organizzativo tanti risultati nella lotta alla mafia non sarebbero stati raggiunti”.