Già denunciato per stalking dall’ex convivente a dicembre scorso, ha continuato a pedinare la donna finchè i Carabinieri lo hanno arrestato in flagranza di reato.
Stanca dei tanti pedinamenti, delle minacce e delle botte, la vittima, una 37enne di Caltagirone, ha denunciato a fine dicembre scorso il suo ex, un 49enne del luogo, già conosciuto alle forze dell’ordine.
Dopo neanche una settimana dalla denuncia, la donna ha deciso di denunciare nuovamente l’uomo, poiché stava continuando a subire altre persecuzioni, ovvero pedinamenti, appostamenti nei luoghi da lei frequentati e dove l’ex era certo di poterla trovare.
L’ennesimo tallonamento ha avuto luogo pochi giorni fa, ed è stato segnalato in tempo reale dalla vittima. Questa volta l’epilogo è stato diverso per lo stalker.
La donna, infatti, mentre nella mattinata percorreva in auto una delle strade nei pressi dell’Ospedale “Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone, ad un certo punto ha riconosciuto l’auto del suo stalker. Il 49enne, a bordo della predetta auto, aveva iniziato a pedinare nuovamente la vittima che questa volta ha contattato telefonicamente il 112, Numero Unico di Emergenza. Uno degli operatori ha immediatamente coordinato l’intervento di due pattuglie dei Carabinieri che hanno raggiunto in breve tempo la zona dell’Ospedale e, nel frattempo, ha mantenuto il contatto telefonico con la donna, invitandola a collaborare telefonicamente per aiutare i Carabinieri ad individuare l’auto dell’ex compagno.
I militari dell’Arma, sopraggiunti nella zona ospedaliera, hanno immediatamente riconosciuto la vittima la quale, impaurita ed in evidente stato d’ansia, scesa dall’auto ha indicato loro la direzione che aveva preso il 49enne che, non appena si era accorto dell’arrivo dei Carabinieri, si era allontanato in tutta fretta.
Ciononostante, i militari, pattugliando le vie limitrofe, hanno visto l’auto dell’uomo e l’hanno così inseguita, fino a costringere il conducente a fermarsi. Questi, sceso dall’auto, è stato riconosciuto per il 49enne denunciato dalla donna e tratto in arresto in flagranza di reato per “atti persecutori”. Condotto dapprima in carcere, dopo la convalida dell’arresto da parte dell’Autorità Giudiziaria è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.