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Il vescovo Raspanti incontra il mondo del volontariato

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Un contributo ai cantieri sinodali della Chiesa italiana è stato dato dagli enti del Terzo Settore che operano nel territorio della Diocesi di Acireale. Martedì 14 marzo, nei locali della Caritas diocesana di Acireale, i rappresentanti delle Associazioni sono stati convocati dal vescovo mons. Antonino Raspanti che insieme a Don Orazio Tornabene, direttore Ufficio Problemi sociali e del Lavoro e a Don Orazio Sciacca, direttore Servizio della Pastorale Giovanile, hanno messo in atto l’esperienza dell’ascolto. Presenti, inoltre, don Vittorio Rocca, responsabile diocesano per il Cammino Sinodale e il presidente del CSVE Salvatore Raffa.

Tanti gli stimoli e le provocazioni che ha visto l’incontro coinvolto sulle problematiche del Terzo Settore. I volontari sono stati infatti chiamati a confrontarsi su cooperazione e partecipazione, sulle difficoltà e sfide future attraverso la costruzione di un percorso che porta a rilanciare e approfondire la dottrina sociale della Chiesa.

Coordinati dagli operatori del CSVE, si sono confrontati “La rete d’oro” rappresentata da Lella Cutuli, “104 Orizzontale” con Rosario Grasso, “Industrie culturali” con Maria Luisa Scalia, “ANC Guardia Mangano” Fernando Oliva, la “Fratres di Aci Catena” con Nino Zangri, Comunità Madonna della Tenda di Cristo con Suor Rosalba, “Accademia Acese ODV” con Roberto Cristina, “Salviamo i Boschi” con Domenico Turillo, “Misericordia di Acireale” con Orazio Maltese e “La Zattera” con Maria Augusta Cinti.

“Supportare i volontari – queste le parole del vescovo Raspanti – così da promuovere rapporti di collaborazione con enti e aziende presenti sul territorio diocesano. Investiamo su un rinnovato volontariato, sulla responsabilità di favorire la partecipazione e sulla nuova missione fondata su un’identità condivisa. La Chiesa declini il paradigma imperante dell’economia per rifondare un nuovo umanesimo sui valori del volontariato e della solidarietà sociale”.

Molti gli stimoli di riflessione principalmente centrati sulla necessità di una cittadinanza attiva e su queste premesse i volontari hanno evidenziato la strutturale carenza di volontari e l’insufficiente presenza delle istituzioni, spesso presenti solo in casi di emergenze.

“Per riuscire a vincere le sfide presenti e future – dichiara don Tornabene – i volontari siano incoraggiati alla cultura del dono, ad aprirsi al dialogo, all’ascolto e a creare le condizioni per far nascere spontaneamente la gioia dell’aiuto e cooperazione”. In considerazione del contesto economico e sociale, quindi, si è rilevato come sia necessario analizzare i bisogni e dare risposte concrete per creare le condizioni del “camminare insieme”.

“E’ importante – afferma Raffa – indirizzare il dibattito pubblico sui temi della solidarietà sociale e creare un ponte tra Enti del Terzo Settore, Istituzioni e Chiesa”.

“In questo scenario la Chiesa – esprime don Rocca – è invitata a favorire la vocazione missionaria del volontariato. Valorizziamo le buone pratiche che guardano alle motivazioni originarie dell’agire volontario”. “Intercettiamo le risorse creative e originali – attesta don Sciacca – presenti nelle realtà dei nostri territori, dove i giovani, le realtà parrocchiali e i sacerdoti sono agenti di sviluppo per generare opportunità di collaborazione”.

Una Chiesa, dunque, quella immaginata dagli Enti del Terzo Settore, che vada sulla strada per affrontare le questioni sociali.

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