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Catania

Covid: “per molti giovani la DAD ha evidenziato disagi psico-sociali”

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intervistati centinaia di studenti della regione Sicilia di età compresa tra i 16 e i 19 anni

A oltre due anni dallo scoppio della pandemia per il Covid il 26,9% dei giovani siciliani ritiene la didattica a distanza responsabile di aver peggiorato la propria formazione, mentre il 36,2% ha evidenza dei molti disagi psico-sociali che essa ha provocato agli studenti. Sono stati presentati oggi a Catania, in occasione dell’edizione siciliana della “Fiera Didacta Italia”, i dati del decimo Rapporto di ricerca realizzato dall’Osservatorio “Generazione Proteo” dell’Università degli Studi LINK, che ha visto intervistati centinaia di studenti della regione Sicilia di età compresa tra i 16 e i 19 anni.

I risultati, che offrono un focus specifico nel territorio sul mondo della scuola e sulle trasformazioni in atto in ambito formativo e relazionale nel post-pandemia, si inseriscono all’interno della cornice del decimo Rapporto di ricerca dell’Osservatorio, che ha tracciato l’identikit di circa 5.000 studenti italiani. Ne esce un panorama complesso: si reclama più tecnologia e capacità di ascolto, gli insegnanti sono promossi in quanto a competenze e preparazione, ma non certo sull’utilizzo degli strumenti digitali. Il ritorno in presenza segna la riconquista piena delle relazioni: migliorano i rapporti con docenti (33,9%) e compagni di classe (48,5%).

“Per i giovani siciliani – dichiara Nicola Ferrigni, direttore dell’Osservatorio Generazione Proteo – la scuola è soprattutto sinonimo di conoscenza, ma anche un luogo di dialogo e partecipazione, elementi che rivestono un ruolo cruciale nelle valutazioni che gli studenti esprimono sui propri insegnanti. A pesare sul giudizio dei giovani è in primis la necessità di sentirsi parte integrante del processo di formazione e apprendimento, da strutturare sempre più all’insegna del learning by doing”. “I giovani siciliani – commenta Marica Spalletta, condirettore della ricerca – attribuiscono grande importanza al valore della conoscenza e sono desiderosi di investire nella propria formazione universitaria. Credono nella scuola come luogo di dialogo, socialità e partecipazione e sollecitano i propri insegnanti a un “upgrade” che consenta loro di rispondere più efficacemente ai tempi che cambiano”.

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