Decreto Sud, ecco le principali misure
L’Aula della Camera ha approvato, con 171 si’ e 113 no, il decreto recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonche’ in materia di immigrazione.
Il provvedimento, che ora passa all’esame del Senato, deve essere convertito in legge, pena la decadenza, entro il prossimo 18 novembre. Il testo, composto da 23 articoli ripartiti in sei capi, istituisce la Zona economica speciale (Zes) unica per il Mezzogiorno, che comprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, e prevede l’istituzione, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, di una cabina di regia Zes, che vedra’ il coinvolgimento dei presidenti delle Regioni interessati, con compiti di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio, e di una Struttura di missione per la Zes. Sono, poi, presenti misure in tema di rafforzamento della capacita’ amministrativa in materia di politiche di coesione, attraverso la ridefinizione dei criteri e delle modalita’ di impiego e di gestione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2021-2027, con l’introduzione dello strumento dell”Accordo per la coesione’, in sostituzione dei ‘Piani di sviluppo e coesione’, ai fini dell’attuazione degli interventi finanziati con le risorse del Fondo.
Il provvedimento reca, inoltre, una strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, con la creazione di una cabina di regia, che vedra’ la presenza anche del presidente della Conferenza delle Regioni, dell’Unione delle province italiane e dell’Associazione nazionale comuni italiani. Si dispone, in particolare, lo stanziamento di 45 milioni di euro per i comuni di Lampedusa e Linosa, per fronteggiare la grave situazione socio-economica determinatasi a seguito dell’eccezionale afflusso di persone provenienti dai Paesi del Mediterraneo, e vengono introdotte specifiche norme per la realizzazione dei cosiddetti hotspot e dei Centri governativi di prima accoglienza.
In materia, infatti, di trattenimento presso i Centri di permanenza per i rimpatri e di realizzazione delle strutture di prima accoglienza, permanenza e rimpatrio, c’e’ la previsione dell’estensione da sei a 18 mesi del limite massimo di permanenza nei Centri per il rimpatrio (Cpr) degli stranieri in attesa di espulsione, per l’ipotesi in cui lo straniero non collabori al suo allontanamento o ci siano ritardi nell’ottenimento della necessaria documentazione da parte dei Paesi terzi.
Il decreto contempla l’inserimento, nell’elenco delle opere di difesa e sicurezza nazionale di cui al Codice dell’ordinamento militare (Com), degli hotspot e dei Centri di accoglienza, permanenza e rimpatrio, demandando ad un decreto del presidente del Consiglio dei ministri l’approvazione del piano straordinario per l’individuazione delle aree interessate dalla realizzazione di tali strutture, che saranno costruite dal ministero della Difesa, mediante le articolazioni del Genio militare, l’impiego delle Forze armate e l’avvalimento della societa’ Difesa servizi S.p.a. Ai fini della realizzazione del piano viene infine istituto, nello stato di previsione del ministero della Difesa, un apposito fondo, con una dotazione di 20 milioni di euro per il 2023.