Luigi Renna, “giusto dare voce alla protesta degli agricoltori”
Giusto dare voce alla protesta degli agricoltori sul palco dell’Ariston. Lo sottolinea mons. Luigi Renna, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace, interpellato dall’Adnkronos. ”Sanremo costituisce per l’italiano medio un appuntamento” al quale non mancare, osserva.
”Penso possa entrarvi benissimo un disagio che alcuni stanno vivendo. – sottolinea l’arcivescovo di Catania-. Non tenerne conto sarebbe quasi volere vivere questo momento di svago degli italiani dimenticando che alcuni temono per il loro futuro. Credo che certi momenti dello spettacolo nella tradizione italiana debbano essere permeabili ad alcune problematiche che stanno a cuore a tutti”.
Il presidente della Commissione Cei che si occupa dei problemi legati al mondo del lavoro analizza la protesta che ha mobilitato gli agricoltori di tutto il Paese: ”Si tratta di un momento di passaggio molto delicato perché da una parte abbiamo la giusta protesta di una agricoltura inserita in un progetto europeo nel quale bisogna tenere conto che ci sono dei prezzi da pagare, ma non possono essere messi sulle spalle solo di una categoria di persone; poi in una maniera tale che tutto non vada contro la salute dei consumatori. Se è giusto dire no agli antiparassitari, considerando che in Italia alcune organizzazioni come la Coldiretti ci assicurano che c’è un controllo molto attento degli anti parassitari, dall’altra parte ci rendiamo conto che bisogna fare un cambio di passo per la transizione ecologica”.
Da qui la considerazione di mons. Renna: ”Io credo che in questo momento bisognerebbe aprire un dialogo rendendosi conto che non si può volere tutte e due le cose: da una parte l’arresto del fenomeno del cambiamento climatico e dall’altro il non prendere provvedimenti per tante situazioni che riguardano l’agricoltura”.
Il presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro indica la strada percorribile : ”Ciò che ci vuole è fare il punto, aprire un dialogo e arrivare a soluzioni per cui ci sia compatibilità tra la transizione e quello che dal punto di vista europeo ci viene richiesto”. Considera il presule: ”Di agricoltura vive gran parte del nostro Paese, e’ un grande patrimonio delle aree interne che si stanno spopolando: non solo economico ma anche umano e culturale”.
Il vescovo fa poi notare che ”una agricoltura affidata solo a sussidi può essere più permeabile”. E cita ciò che è accaduto con i sussidi statali sui Nebrodi in Sicilia. ”Bisogna responsabilizzare il mondo dell’agricoltura.- osserva -. Lo Stato deve prendere decisioni, nel dialogo. Vogliamo che gli agricoltori facciano sentire la loro voce ma non semplicemente per rivendicare dei diritti e delle ragioni ma perché si apra un dialogo. Non si può avere un progetto economico che sia unilaterale”.