Messina Denaro da due giorni in coma irreversibile
Ha superato un’altra notte il boss mafioso Matteo Messina Denaro da due giorni in coma irreversibile. Il 62enne capomafia è ricoverato nella cella del reparto per detenuti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, assistito dagli specialisti della terapia del dolore che lo hanno in carico da alcuni giorni dopo la sospensione di qualsiasi terapia oncologica da ieri al boss è stata sospesa l’alimentazione parenterale per endovena.
E’ stato lo stesso boss a chiedere di evitare l’accanimento terapeutico. La situazione si è aggravata dopo un forte sanguinamento, un collasso e l’occlusione intestinale diventata cronica. Nella cella dell’ospedale abruzzese Messina Denaro è assistito da medici e paramedici ma anche carabinieri, poliziotti e Guardia di Finanza, sia in divisa che in borghese, che sorvegliano il reparto.
Il boss mafioso è stato arrestato lo scorso 16 gennaio dopo una latitanza lunga quasi trent’anni, nella clinica La Maddalena di Palermo dove si era recato per sottoporsi alla chemioterapia per curare il tumore al colon in stato avanzato. Messina Denaro è sedato e ormai non viene più alimentato. I parametri della pressione e della diuresi sembrano stabili anche se il quadro sanitario è sempre gravissimo.
Intanto la madre ultraottantenne di Matteo Messina Denaro avrebbe lasciato Castelvetrano per raggiungere il figlio a L’Aquila. Lorenza Santangelo, questo è il nome della donna, avrebbe raggiunto il capezzale del boss.
Nonostante i cicli di chemio a cui è stato sottoposto durante la latitanza, quando si faceva chiamare col nome di Andrea Bonafede, il boss, che è sempre stato consapevole della complessità della sua malattia e della prognosi infausta fatta, non si è mai ripreso. Le cure sono proseguite dopo la cattura nel carcere abruzzese dove è stata predisposta una infermeria attigua alla cella.
Dall’istituto di pena il capomafia è uscito due volte per sottoporsi a interventi chirurgici l’ultimo dei quali ad agosto. Da allora, per disposizione dei medici, non è più tornato in cella. Comprendendo che fosse ormai giunto alla fine, sono stati autorizzati i colloqui con alcuni familiari tra cui la figlia naturale riconosciuta solo di recente e che avrebbe incontrato il padre fino a qualche giorno fa e ora sarebbe al suo capezzale. Intanto, sia la Direzione sanitaria della Asl dell’Aquila sia le istituzioni, in allerta dall’8 agosto scorso, giorno del ricovero, stanno organizzando le fasi successive alla morte del boss e quelle della riconsegna della salma alla famiglia, rappresentata dalla nipote e legale Lorenza Guttadauro e dalla giovane figlia Lorenza Alagna, riconosciuta recentemente e incontrata per la prima volta nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila nello scorso aprile.
E in questo quadro sono state rafforzate le misure di sicurezza assicurate da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza con il sostegno dell’esercito. Ai pm che, dopo la cattura erano andati a interrogarlo, Messina Denaro con aria sfottente aveva detto che se non si fosse ammalato non sarebbe mai stato preso. Come accadde a suo padre, il boss di Castelvetrano, Ciccio Messina Denaro che morì di infarto durante la latitanza e venne fatto trovare pronto per la sepoltura in una campagna.