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Licenziamenti di Pfizer, i sindacati attaccano Confindustria

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La notizia tra le righe, dopo i ringraziamenti di rito. Passano i giorni, forse si complica ulteriormente la questione attorno agli annunciati licenziamenti di Pfizer (una vergogna per la multinazionale che dalla pandemia ha moltiplicato gli utili con il denaro dei governi di tutto il mondo pronti ad acquistare il vaccino anticovid), ma piano piano emergono dettagli altrettanto poco qualificanti per coloro che nelle vesti di mediatori (Confindustria) avrebbero dovuto contrastare in maniera energica anche solo l’idea della multinazionale americana di ridurre o trasferire ad Ascoli parte dei lavoratori catanesi.

La stoccata energica viene fuori per bocca dei segretari provinciali Jerry Magno (Filctem Cgil), Giuseppe Coco (Femca Cisl), Alfio Avellino (Uiltec Uil), Carmelo Giuffrida (Ugl Chimici) e le R. S. U. di categoria. Nel primo pomeriggio di oggi, mercoledì 9 marzo, mettono nero su bianco e firmano un comunicato stampa congiunto che dà la dimensione della faccenda: “Abbiamo trovato un clima non di certo conciliante da parte dell’azienda ed un’attività di mediazione francamente debole da parte di Confindustria”.

Poi l’affondo: “E’ grave, peraltro, che quest’ultima abbia dichiarato che siamo stati noi ad abbandonare il tavolo di trattativa – aggiungono Magno, Coco, Avellino e Giuffrida – quando in realtà ci siamo preoccupati di contrastare l’insistenza datoriale di firmare un verbale in cui l’azienda entrava comunque nel merito della procedura, mentre non eravamo d’accordo”. Si inizia a capire, dunque, a cosa siano servite le dieci ore di riunione ‘fiume’ in casa di Confindustria con i lavoratori in sit-in permanente in attesa di risposte che non sono mai state arrivate.

Questo è clima attorno alla vertenza Pfizer: e con questo stato d’animo che gli assessori Turano e Scavone dovranno affrontare il tavolo di crisi convocato per venerdì 18 al pala Regione di Catania. Tra le righe, i sindacati la strada da percorrere l’hanno già tracciata, e lo fanno ancora nel momento in cui scrivono che nel caso in cui la trattativa regionale dovesse naufragare venga attivato un tavolo di livello nazionale.

Il ministro del lavoro Orlando qualche giorno addietro si era detto disponibile a restare al fianco dei lavoratori. Questa forse è la dimensione che merita la vicdenda catanese di Pfizer. Ecco perché, forse sarebbe opportuno, che il premier Mario Draghi che ha staccato durante la Pandemia più assegni per parecchie centinaia di milioni di euro per acquistare i vaccini di Pfzer, intervenga. Catania in fondo è ancora Italia.

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